Fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca.

L’aritmia è un disturbo della frequenza o del ritmo cardiaco: durante gli episodi di aritmia il cuore può battere troppo velocemente, troppo lentamente oppure con un ritmo irregolare.

Si diagnostica fibrillazione atriale quando le due cavità superiori del cuore (gli atri) fibrillano a causa di segnali elettrici disorganizzati: “fibrillare” significa “contrarsi molto velocemente e con un ritmo irregolare”.

Durante la fibrillazione atriale il sangue si accumula negli atri e non viene pompato completamente nelle due cavità inferiori del cuore (i ventricoli). Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a lavorare con la giusta sincronia.

Chi soffre di fibrillazione atriale può non avvertire alcun sintomo ma, anche se asintomatica, la fibrillazione atriale può far aumentare il rischio di infarto. In alcuni pazienti la fibrillazione atriale può causare dolore al torace o l’insufficienza cardiaca, soprattutto se il ritmo del battito è molto rapido.

La fibrillazione atriale può essere sporadica, abbastanza frequente oppure può diventare un problema cronico che dura per molti anni.

Prognosi

Chi soffre di fibrillazione atriale può condurre una vita normale e attiva ed in alcuni pazienti la terapia riesce a ripristinare la frequenza cardiaca normale.

Per chi è affetto da fibrillazione atriale cronica la terapia può contribuire al controllo dei sintomi e alla prevenzione delle complicazioni; la cura può comprendere:

  • farmaci,
  • interventi chirurgici,
  • modifiche dello stile di vita.

L’attività elettrica del cuore

Per capire meglio le cause della fibrillazione atriale è utile esaminare brevemente il funzionamento del sistema elettrico interno del cuore.

Ogni volta che il cuore batte, un impulso elettrico parte dalla sommità dell’organo per raggiungere la parte inferiore. Il passaggio dell’impulso fa contrarre il muscolo cardiaco e quindi il cuore pompa il sangue nell’organismo.

Gli impulsi elettrici hanno origine in un gruppo specifico di cellule, detto nodo senoatriale. Il nodo senoatriale si trova nell’atrio destro. In un cuore sano di una persona adulta il nodo senoatriale emette un impulso per far iniziare un nuovo battito da 60 a 100 volte al minuto (il ritmo cardiaco può essere inferiore in caso di atleti molto allenati).

Partendo dal nodo senoatriale, l’impulso elettrico attraversa l’atrio destro e poi l’atrio sinistro. Fa contrarre gli atri, e quindi il cuore pompa il sangue nei ventricoli.

L’impulso elettrico, poi, raggiunge il nodo atrioventricolare, che si trova tra gli atri e i ventricoli. Qui rallenta leggermente, dando il tempo ai ventricoli di finire di riempirsi di sangue.

L’impulso elettrico, infine, lascia il nodo atrioventricolare e raggiunge i ventricoli, facendoli contrarre e pompare il sangue nei polmoni e nel resto dell’organismo. I ventricoli si rilassano e il processo che causa il battito cardiaco ricomincia dal nodo senoatriale.

Il problema elettrico della fibrillazione atriale

Nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, l’impulso che dà origine al battito non parte dal nodo senoatriale, ma in una zona diversa degli atri o nelle vene polmonari immediatamente vicine. Gli impulsi elettrici non riescono a percorrere normalmente i tessuti e si diffondono negli atri in modo veloce e disorganizzato. Gli atri, quindi, iniziano a fibrillare.

Gli impulsi elettrici difettosi eccitano il nodo atrioventricolare, quindi anche i ventricoli iniziano a battere molto velocemente. Il nodo atrioventricolare, tuttavia, non è in grado di inviare gli impulsi ai ventricoli appena arrivano. Quindi, anche se i ventricoli battono più velocemente del normale, non battono mai così in fretta come gli atri.

Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a battere a tempo, e il battito cardiaco accelera e diventa irregolare. Durante la fibrillazione atriale i ventricoli possono raggiunge i 100, 175 battiti al minuto, contro la normale frequenza che si attesta tra i 60 e 100 battiti al minuto.

Durante la fibrillazione il sangue non viene pompato bene nei ventricoli, inoltre la quantità di sangue pompata dai ventricoli nel resto del corpo è basata sui battiti degli atri, la cui frequenza è irregolare.

L’organismo riceve piccole quantità di sangue intervallate, di tanto in tanto, da quantità maggiori. La quantità di sangue dipende da quanto ne riesce a passare dagli atri ai ventricoli ad ogni battito.

La maggior parte dei sintomi della fibrillazione atriale è connessa alla velocità del battito cardiaco: quando la frequenza cardiaca è rallentata, per esempio grazie ai farmaci, i sintomi diminuiscono.

Gli episodi di fibrillazione atriale possono essere di breve durata, con sintomi intermittenti che scompaiono spontaneamente, oppure possono essere cronici e richiedere una terapia. In alcuni casi la fibrillazione atriale è permanente e non si riesce a ripristinare la normale frequenza cardiaca nemmeno con i farmaci o con altre terapie.

Informazioni sulla fibrillazione atriale

Si parla di fibrillazione atriale quando il battito cardiaco diventa irregolare e, spesso, accelerato. Ciò può causare sintomi quali palpitazioni cardiache, affaticamento e affanno. Il trattamento della fibrillazione atriale è importante in quanto può causare un ictus o uno scompenso cardiaco e avere un impatto negativo sulla qualità della vita. I soggetti con fibrillazione atriale presentano una probabilità da cinque a sette volte maggiore di formazione di coaguli di sangue e di avere un ictus e una probabilità di due o tre volte maggiore di sviluppare fibrillazione atriale. Per fortuna, la fibrillazione atriale può essere trattata farmacologicamente, con la cardioversione (una particolare scarica elettrica), l’ablazione transcatetere o l’ablazione chirurgica.

Definizione

La fibrillazione atriale si verifica quando le camere superiori del cuore, i cosiddetti atri, non si contraggono in maniera sincrona e pertanto “fremono” o fibrillano, ovvero battono in modo molto rapido e irregolare. Il sangue non viene pompato in modo efficiente al resto del corpo, di conseguenza ci si può sentire molto deboli o stanchi oppure riscontrare sensazioni cardiache fastidiose come un battito cardiaco accelerato o irregolare.

Visualizza un’animazione della fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può essere:

  • Parossistica (occasionale) – di durata variabile da pochi minuti a diversi giorni, ma che si risolve in maniera spontanea.
  • Persistente – non si risolve spontaneamente bensì con la somministrazione di terapia farmacologica o l’erogazione di una particolare scarica elettrica (cardioversione) per ripristinare il normale ritmo cardiaco
  • Permanente – continuamente presente e non si risolve né con la terapia farmacologica né con la cardioversione

Cause

Spesso le cause della fibrillazione atriale non sono chiare. In alcuni casi, la fibrillazione atriale è dovuta ad anomalie cardiache congenite o danni alla struttura cardiaca in seguito a infarto o cardiopatia valvolare. Anche i soggetti senza problemi cardiaci possono sviluppare una fibrillazione atriale.


Sintomi

La fibrillazione atriale può manifestarsi con questi sintomi:

  • Sensazioni di “batticuore”, spesso definite palpitazioni, che possono includere battiti cardiaci irregolari, martellanti o molto intensi
  • Sensazione di battito accelerato
  • Fastidio o dolore al torace
  • Perdita di coscienza, stordimento o vertigini
  • Affaticamento, affanno o debolezza

Alcune persone non accusano alcun sintomo e scoprono di avere la fibrillazione atriale durante una visita medica. Anche quando è asintomatica, la fibrillazione atriale è una malattia seria. Il trattamento della fibrillazione può prevenire l’ictus, l’affaticamento e lo scompenso cardiaco.

Se si manifestano i sintomi di fibrillazione atriale, occorre prendere un appuntamento con il proprio medico, il quale potrà confermare o a escludere la fibrillazione atriale.


Fattori di rischio

Per prevenire la fibrillazione atriale, è possibile controllare o modificare alcuni fattori di rischio.

Fattori di rischio controllabili

  • Colesterolo alto
  • pressione sanguigna alta
  • Cardiopatia
  • Fumo
  • Sovrappeso
  • Caffeina
  • Abuso di alcol
  • Sedentarietà
  • Alcuni farmaci
  • Apnea notturna

Fattori di rischio non controllabili

  • Anamnesi familiare
  • Invecchiamento
  • Difetti cardiaci congeniti

Diagnosi

Rilevare e quantificare la fibrillazione atriale può essere un’operazione complessa. Il medico può ricorrere ad uno o più degli esami che seguono per stabilire se il paziente presenta o meno fibrillazione atriale:

  • Elettrocardiogramma (ECG)
  • Prova da sforzo
  • Dispositivi di monitoraggio a lungo termine
    • Registratore di eventi
    • Holter
    • Monitor cardiaco impiantabile
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