Trombosi venosa profonda
La trombosi venosa profonda è una patologia seria e molto più frequente di quanto si possa immaginare (incidenza stimata intorno a 1,6 – 1,8 per mille).Conosciuta anche come “sindromeda classe economica” o “trombosi del viaggiatore”, è tipica dell’invecchiamento ma non risparmia giovani donne e bambini; i rischi sono maggiori anche per chi rimane immobile o semplicemente seduto a lungo, magari dietro ad una scrivania, a teatro, in treno, in auto o in aereo.
Cause
Fisiologicamente parlando, la trombosi venosa è la conseguenza di un anomalo processo di coagulazione del sangue che scorre all’interno di una vena, spesso localizzata nelle gambe, ma che può trovarsi anche in altri distretti dell’organismo. In queste sedi, all’interno del vaso si viene a formare un coagulo di sangue (trombo) che rallenta, fino in qualche caso a bloccare, la circolazione ematica, con conseguente sofferenza delle strutture anatomiche a monte dell’ostruzione.
La flebite, o tromboflebite è il vecchio termine con cui si identificava la trombosi venosa profonda delle braccia o delle gambe. Oggi questo termine è entrato un po’ in disuso ed è utilizzato limitatamente per identificare dei processi trombotici che interessano le vene superficiali degli arti inferiori o superiori.
Come dicevamo, la trombosi venosa profonda è un problema che interessa soprattutto le persone che rimangono a lungo in una posizione seduta, come succede durante un volo intercontinentale. La posizione declive delle gambe, infatti, può dare dei sintomi da sovraccarico del circolo venoso profondo, in quanto il ritorno del sangue al cuore è ostacolato dalla forza di gravità e viene meno l’azione propulsiva dei muscoli, che si ha, invece, quando, si cammina. Molto spesso inoltre, si commette l’errore di viaggiare con dei pantaloni o con delle calze troppo strette e ciò non giova certo alla circolazione, perché rallenta ulteriormente il ritorno del sangue dalle vene verso il cuore. In aereo, esiste inoltre il problema della disidratazione indotta dal clima particolare che si viene a creare al suo interno. Si parla quindi di “sindrome da classe economica” perché chi viaggia in business, avendo a disposizione maggior spazio per distendersi ed assumere una posizione comoda, è, almeno teoricamente, meno soggetto a questo problema.
Complicanze
Le conseguenze della trombosi venosa profonda dipendono dal destino a cui va in contro il coagulo di sangue. Esso, infatti, può sciogliersi, come succede nella grande maggioranza dei casi, oppure aumentare di dimensioni o peggio ancora rompersi, con conseguenze drammatiche per la salute. I piccoli frammenti generatisi dalla sua rottura, chiamati emboli, possono infatti essere trasportati dal sangue fino al cuore, che li spinge nelle arterie dei polmoni, provocando la cosiddetta embolia polmonare, una malattia
Altra possibile complicanza che si verifica a distanza di mesi, soprattutto quando la trombosi non viene adeguatamente trattata ed il trombo non si dissolve, è la cosiddetta sindrome post-trombotica(o post-flebitica). Questa complicanza della trombosi venosa profonda è caratterizzata da un complesso di sintomi e disturbi, che si manifestano con edema, dolore, alterazioni dei tessuti (eczema, pigmentazioni cutanee, ulcerazioni, lipodermatosclerosi) e dilatazione delle vene superficiali.
Come ricordato, il trombo tende a formarsi in corrispondenza dei punti più lontani dal cuore, in cui il flusso sanguigno è più lento (quindi e soprattutto nelle vene profonde, come quelle del polpaccio, da cui il termine trombosi venosa – profonda -).
Sintomi Trombosi Venosa
I sintomi aspecifici legati ad una sofferenza del circolo venoso degli arti inferiori sono molto comuni e si limitano perlopiù alla comparsa di un senso di pesantezza e gonfiore alle gambe. Se la loro insorgenza è sporadica, non devono destare eccessive preoccupazioni, specie se abbiamo dato alle gambe un buon motivo per gonfiarsi (volo aereo e tutte le altre condizioni viste in precedenza). Non devono invece commettere l’errore di sottovalutare questi sintomi tutti coloro che in passato hanno già avuto problemi al circolo venoso delle gambe, le persone sovrappeso od obese, i fumatori, le donne che stanno assumendo la pillola anticoncezionale e soprattutto le persone con familiarità per la patologia (ovvero quegli individui con parenti che hanno già sofferto dello stesso problema).
Sotto l’aspetto sintomatologico, la trombosi venosa profonda è una malattia subdola, nel senso che i sintomi possono essere differenti e, per certi versi, opposti. La gamba, per esempio, può essere molto gonfia o per niente gonfia, essere calda o non esserlo per niente, si può avvertire un dolore al suo interno oppure no. C’è da dire, infatti, che i classici sintomi della trombosi venosa profonda (edema, arrossamento, tensione e dolore) si manifestano solamente quando l’occlusione sanguigna è estesa e colpisce vene molto importanti situate in profondità.
A complicare ulteriormente la situazione, contribuisce il fatto che i segni clinici di questa affezione sono comuni a numerose altre patologie, come ad esempio quelle di origine muscolo tendinea (traumi, stiramenti, strappi,
Il sospetto che possa trattarsi effettivamente di trombosi venosa profonda è fondato quando i sintomi interessano prevalentemente una solo gamba. Al contrario, se le gambe si gonfiano contemporaneamente è piuttosto difficile che si tratti di un problema di trombosi. In ogni caso, in presenza di uno o più fattori di rischio, è importante, fondamentale, rivolgersi al proprio medico sempre e tempestivamente, cioè quando la fase è ancora acuta. Un intervento precoce permette infatti di evitare conseguenze potenzialmente gravi, come l’embolia polmonare, che in genere non si sviluppano immediatamente ma soltanto dopo alcuni giorni.
L’embolia polmonare può dare dei sintomi severi, come un dolore molto forte al torace, una tosse opprimente e l’emissione di catarro misto a sangue.
L’insufficienza venosa cronica si manifesta invece con un persistente edema dell’arto interessato, più o meno associato alla comparsa di macchie scure sulla pelle, dilatazione delle vene superficiali e, nei casi più gravi, a ulcere cutanee.
Fattori di rischio
Particolare attenzione andrebbe posta dalle persone con episodi passati di trombosi, nelle quali il rischio di incappare ancora in questo problema è più alto, perché significa che è presente una certa predisposizione di base. A maggior ragione, dunque, è fondamentale il controllo dei fattori di rischio modificabili, ottenibile abolendo il fumo, raggiungendo e mantenendo il proprio peso ideale, nonché evitando gli abiti molto stretti all’inguine.
La predisposizione familiare, confermata da diversi studi, ha portato alla coniazione di un nuovo termine, “trombofilia ereditaria”. La trombosi venosa può essere infatti favorita da piccole mutazioni genetiche nei fattori della coagulazione, che possono trasmettersi per via ereditaria e predisporre il soggetto allo sviluppo di trombosi ed embolie anche età giovanile (al di sotto dei 45 – 50 anni).
Le terapie basate sulla somministrazione di ormoni, come quelle “orali sostitutive” intraprese in menopausa, innalzano lievemente il rischio di sviluppare una trombosi profonda. Si tratta comunque di un incremento moderato, ma che va comunque preso in considerazione dalle persone particolarmente predisposte.
Non esiste invece una correlazione importante tra ipertensione arteriosa e trombosi venosa. Chi ha la pressione alta corre invece un maggior rischio che i trombi si formino e si rompino nelle arterie, con conseguenze diverse e per certi aspetti più temibili.